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07.02.2019

3° seminario di studio annuale organizzato da SIA Ticino



IL FUTURO DELL’ENERGIA, FORZA MOTRICE PER LA VITA
Passato, presente e futuro dell’energia dalla parte del committente, del cittadino e dell’ambiente

IMPIANTI DI PRODUZIONE ENERGETICA NEL PAESAGGIO
PERCEZIONE DELL’IMPATTO SUL PAESAGGIO
 
Il paesaggio alpino, di cui parliamo, ha subito nel tempo un’evoluzione funzionale: mentre nei fondivalle da sempre si è sviluppata una cultura urbana, puntualmente in luoghi strategici, dal medioevo al ‘900 l’utilizzo agricolo ha occupato il territorio fino a 2'000 m.s.l.m., a strati: in basso i borghi con i campi, di seguito i prati, i maggesi e gli alpeggi con i pascoli. Al di sopra di 2'000 m.s.l.m.  si trovava un paesaggio selvaggio.
Dopo che per millenni ci si è ritirati tra le mura protettive della casa e del villaggio, attorno al proprio focolare, vi sono due sviluppi nel ‘800 che hanno cambiato il rapporto con la natura e dunque hanno trasformato la percezione del paesaggio:
1.      A livello intellettuale, a partire dall’illuminismo da Descartes a Darwin, lo sviluppo scientifico si ispira alla natura, che viene studiata, descritta, misurata. La natura, il selvaggio, viene considerata parte dell’essere umano. Il romanticismo osserva la natura mentre gli avventurieri la scoprono e conquistano, prima da solitari e poi in massa, a partire da metà dell’800 con il turismo.
2.      La disponibilità “illimitata” di energia elettrica con la possibilità di trasporto dell’energia hanno reso possibile la distribuzione e dunque una produzione concentrata; l’accessibilità grazie al motore di benzina-diesel ha permesso di vivere in mezzo alla natura, isolati, grazie alla consapevolezza di raggiungere secondo i bisogni un vicino centro. La fiducia nella tecnica e lo sviluppo di materiali hanno domesticato il nostro rapporto con la natura.
Queste le premesse per le grandi opere, congiunto alla disponibilità di investimenti, da società azionarie e banche.

LE DIGHE: QUALE IMPATTO NEL PAESAGGIO?
Tra il 1900 e il 1970 vengono realizzate le costruzioni delle opere idriche nell’area alpina. Lo stoccaggio d’acqua per la produzione di energia idroelettrica si sviluppa nelle regioni di montagna, assicurando l’approvvigionamento delle ferrovie, delle industrie e delle economie domestiche dell’intero paese.
I parametri determinanti per l’efficienza di una centrale idroelettrica sono la dimensione del bacino di riferimento e l’altezza di caduta dell’acqua tra lago artificiale e turbine. La dimensione delle infrastrutture è determinata dalle capacità dei mezzi di produzione, dai macchinari, dalla fabbricazione di cemento e dal contesto economico (finanziamento). Numeri! Metri cubi al secondo, massimizzazione delle riserve e del rendimento, minimizzazione dei mezzi, razionalizzazione secondo il principio della tecnica: „tutto è fattibile “. I criteri economici determinano la forma.
Il massimo esempio troviamo nella costruzione della Grande Dixence, realizzata dal 1954 con mezzi logistici analoghi a quelli di un’azione militare, come documentato nel film „Opération Béton“ di Jean-Luc Godard.
In Ticino lo sviluppo porta a una vasta rete di dighe, gallerie di collegamento e centrali, nell’area del Gottardo e della valle Maggia, dalle Montagne ai laghi.
Questo sviluppo razionale ha prodotto delle cattedrali nel paesaggio: a quale impatto? In un territorio sempre più frequentato, non solo da cacciatori, scalatori e scienziati, ma dalla massa del tempo libero?

La forma della percezione

-          Rapporti di grandezza
Le dighe si trovano nel paesaggio, particolarmente nelle aree montane, dove i punti di riferimento sono dati dai massicci montuosi, dalle vette, dalle distanze e dalle sovrapposizioni tra i diversi monti. In termini assoluti, una diga costituisce un piccolo intervento in confronto alle dimensioni delle montagne immensi; in termini relativi però, la distanza tra l’osservare e una tale opera è decisiva.
La diga chiude una valle nel punto più stretto per creare un bacino possibilmente grande. Il lago che giace alle sue spalle ha dimensioni ben più importanti: pur moltiplicando molte volte il volume della diga, lo specchio d’acqua è però percepito come un elemento naturale. Con l’orizzontalità della sua superficie conferisce un senso di tranquilla perfezione, in contrasto con la natura mutevole e il paesaggio disgregante delle montagne. Verticale e orizzontale – punti di riferimento di una geometria perfetta.

-          Percezione
La percezione si forma dalla conoscenza e dal confronto, nell’occhio e nell’intelletto. È decisiva la percezione dell’artificiale, del manufatto umano, un tentativo di ordine nello spazio grandioso e illimitato della natura, una possibilità di orientamento. Una diga non ha la forza e la pregnanza di un’opera d’arte, viene meno al significato e alla connotazione formale, salvo considerarne anche la superficie d’acqua.
La piramide nasce come espressione di eternità: un confronto fra il pensiero, l’ideale, lo spirito e la geometria, la caducità espressa nella mutevolezza e nella disgregazione della natura. Questa intenzione, questo spirito, genera la grandiosità della piramide. Al contrario, una diga è un elemento funzionale che si adatta al paesaggio; la sua geometria è espressione della statica, le dimensioni derivano da una calcolata necessità, presupposta al conseguimento di uno scopo pratico. Essa ci appare forse più grande, ma non per questo più maestosa.

-          Il sublime
Con le loro dimensioni, la piramide e la diga appartengono a quei manufatti, che con l’ausilio dei mezzi disponibili possono essere innalzati da una società in un determinato lasso di tempo. La forma e la dimensione costruita danno vita a un sentimento di colossale grandezza, che forse troviamo anche nei templi e nelle cattedrali.
La forma perfetta della piramide indica l’irraggiungibile, l’incommensurabile. Un oggetto sublime che evoca idee sublimi nell’osservatore. (Kant)
Un lago artificiale non indica nulla, è... grande, potente, colossale e nel contempo piccolo di fronte al suo contesto. Nel paesaggio montano possono essere piuttosto un ghiacciaio o una particolare formazione di nuvole a evocare un sentimento di grandiosità.
I rilievi montuosi, generati da accavallamenti, sono soggetti alla gravità e all’erosione dell’acqua: tutto scorre verso il basso, le montagne si disgregano. La rappresentazione della forza e della purezza da un lato (la roccia è libera da vegetazione, l’acqua è pura, l’aria povera d’ossigeno non permette quasi la sopravvivenza di microbi) è allo stesso tempo immagine di provvisorietà (romanticismo, Caspar David Friedrich).
Il sentimento della grandezza ha un significato psicologico e fisiologico (Henry Home), nasce da una forma di paura e dolore, delightful horror (Burke). La mutevolezza della natura – un ordinamento che si piega alle leggi dell’entropia oppure un disordine generato dal principio del caso? – appare di fronte alla razionalità di manufatto in tutta la sua grandezza.

-          Prospettiva
La visione dell’occhio fornisce una proiezione dello spazio tridimensionale su una superficie. La vista prospettica causa un accorciamento degli oggetti in rapporto alla loro distanza dal soggetto. Mentre in un paesaggio piano, l’orizzonte appare costante, nel paesaggio di montagna sopraggiunge una relativizzazione dell’altezza (la terza dimensione): il primo piano – e così anche il piano, il fondovalle – appare più distintamente delle zone più alte. In più c’è una sovrapposizione degli oggetti, che rafforza la loro relatività. In pianura il tempo è la misura della distanza, mentre in montagna il paesaggio, in continuo cambiamento, appare infinito.
L’impatto di una cattedrale della tecnica nel paesaggio è relativo, nell’immensità. Oltre all’impatto fisico può rilevarsi un forte sentimento nella percezione della natura.

EVOLUZIONE DELLA PERCEZIONE E Principi di inserimento a grande scala
La tecnica ha le sue leggi, di produzione e di mercato, con le sue forme, razionali e scientifiche. L’arte cerca ei esprimersi in modo poetico, cercando un senso espressivo. E possibile coniugare le due realtà e fino a che punto?
Credo che in futuro la rete energetica e dell’informazione continuerà ad evolversi, con essa il trasporto, in un mondo sempre più globalizzato. Di pari passo cambierà il rapporto tra uomo e natura e la sua percezione.
Vi sarà la domesticazione della natura e addirittura una puntuale “urbanizzazione del selvaggio”. Dunque ogni intervento sarà percepito con maggiore criticità.
Siamo chiesti a dare un preciso significato ai gesti tramite un sensato disegno che deve nascere da una sensibile lettura di un contesto e delle sue particolarità.

Immagini:
Rete impianti idroelettrici Valmaggia – schema a strati con dighe in scala
Confronto in scala: Cervino – Grande Dixcence
Confronto in scala: Grande Dixcence – Piramide di Gizeh – Tour Eiffel